Regia di Don Sharp vedi scheda film
Anni '70. I membri di una spedizione scientifica patrocinata dall'ONU, originari di diverse nazioni, giungono, con l'intento di studiare i cambiamenti climatici, presso l'Isola degli Orsi, molto a nord dell'Islanda. L'isola è coperta da ghiaccio e neve; sulla costa settentrionale c'è una base militare, a sud una installazione tedesca, utilizzata durante l'ultima guerra mondiale per fornire assistenza ai sommergibili ed abbandonata a conclusione delle ostilità. Gran parte dei personaggi ha preso parte alla spedizione per un interesse specifico verso la base tedesca, ognuno per un motivo diverso ed all'insaputa degli altri; lo scontro tra essi è inevitabile. Tratto da un romanzo di Alistair MacLean e diretto dal regista britannico Don Sharp, "L'Isola Della Paura" è un thriller con risvolti spionistici, ambientato in un territorio artico. Tra i personaggi, spicca Frank Lansing, uomo istintivo e sanguigno, interpretato da Donald Sutherland, il quale ha interesse verso la vecchia base dei sottomarini tedeschi in quanto all'interno di essa è stato ucciso il padre, comandante di U-Boot. Il cadavere dell'ufficiale tedesco giace all'interno di un sottomarino alla fonda; ma il natante contiene anche altro, in grado di stimolare l'avidità e le ambizioni altrui. Una grande quantità di lingotti d'oro trafugati dai nazisti in Norvegia, custoditi all'interno di alcune cassette è oggetto d'interesse, gli altri, di un avventuriero spregiudicato spinto dalla sete di guadagno e di un nostalgico che vorrebbe utilizzarla per dare nuova linfa ai movimenti neonazisti. Sin da subito, tra agguati, sabotaggi, omicidi, i personaggi agiscono l'uno contro l'altro. Il migliore tra essi si rivela essere Frank, il cui interesse per la località è il più innocente e condivisibile tra tutti; egli trova l'appoggio - e l'amore - di Heddi (Vanessa Redgrave), medico del gruppo, la quale, dopo un approccio iniziale non certo amichevole, gradualmente gli si avvicina. La trama è piuttosto confusa ed il film non si segue agilmente, anche a causa di una buona parte dei dialoghi non tradotta in italiano, benchè relativamente comprensibile; non è semplice comprendere ruoli e schieramenti dei personaggi. L'aspetto che ho trovato più interessante è la ricostruzione del contesto. Ogni personaggio reca sulla giubba l'effige dell'ONU. La comune appartenenza all'organizzazione sovranazione dovrebbe essere garanzia di leale collaborazione tra i membri della spedizione, inviata per motivi d'interesse planetario. In realtà, ognuno agisce per sè; contrasti politici di ieri e di oggi, avidità, ostilità innate generano rancori ed aprono la strada alla violenza, come mezzo di risoluzione delle controversie. Tale elemento potrebbe essere interpretato come una metafora pessimista circa l'impossibilità di conciliazione, non solo tra gli uomini, ma anche tra i centri di potere (nazioni, etc.) che essi rappresentano. Evocative sono le ambientazioni, nei quali i colori freddi del ghiaccio, dell'acqua, delle rocce e degli oscuri ambienti della base sottomarina sono predominanti. Il film non è sgradevole, la tensione si mantiene costante; ma ho avuto una certa difficoltà con la comprensione dei dialoghi; la cosa mia ha lasciato l'amaro in bocca. Sufficienza, sulla fiducia.
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