Regia di Marina Spada vedi scheda film
Claudia è una ragazza single che conduce nella città di Milano una vita monotona e un po’ solitaria, persa tra il lavoro in un’agenzia di viaggi, qualche uscita con la sorella e gli amici. A un corso di lingua russa si invaghisce del suo professore. Lui approfitta di questa infatuazione per chiederle di ospitare per qualche giorno una lontana cugina che viene dall’Ucraina. Dopo qualche riluttanza Claudia accetta, ma la situazione avrà dei tragici risvolti.
In questo suo secondo lungometraggio del 2006 Marina Spada mostra quanto può risultare alienante la vita nelle grandi metropoli. Milano è una bolla grigia di edifici dimessi e in costruzione, strade deserte o trafficate piene di pubblicità prive di senso. Un paesaggio insieme triste e faticoso, che offre ben poco di consolante. Questo scenario fa da contrappunto alle giornate di Claudia, in cui senza che vi sia apparentemente nulla di drammatico, pare regnare una generale mancanza di senso e di slancio vitale.
In questa bolla metropolitana si muovono italiani e stranieri, culture diverse che hanno poco da spartire e che paiono male integrarsi tra di loro, superata la curiosità iniziale. La relazione mancata tra Claudia e il professore di russo - uomo affascinate, ma ambiguo e indefinibile - ne è un esempio lampante.
Questo film della Spada è dunque ambizioso e dai molti spunti interessanti, forse ancora un po’ acerbo in alcuni tratti, ma sicuramente valido. Da vedere.
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