Regia di Marina Spada vedi scheda film
Un ambiguo professore di russo (Pietrobon), che per ragioni ignote si è trasferito dall'Ucraina a Milano, chiede a una sua alunna sulla trentina (Kravos), impiegata presso un'agenzia turistica, di prendersi in casa per qualche giorno una sua lontana cugina (Porcari) fino a quando lui non rientrerà in città. La donna dapprima nicchia, quindi accetta e avvia con la nuova arrivata un rapporto amichevole. Ma improvvisamente la ragazza scompare.
Sarà che l'opera dell'esordiente Marina Spada è stracarica di ellissi, ma del lungometraggio non si riesce proprio ad afferrare il senso: non è un film sulla xenofobia, né un'opera sui clandestini che arrivano in Italia. Non è neppure un film sull'amore frustrato e se è invece un film sull'amicizia femminile, al massimo potremmo parlare di un abbozzo. La regista si sforza di dare un'impronta autoriale al suo lavoro (siamo smaccatamente dalle parti dell'Antonuioni di L'avventura), a suon di riprese in campo lunghissimo, immagini fisse e un'insolita scelta nella messa fuori fuoco delle scene (la fotografia è di Gabriele Basilico). Ma tutto ciò non basta né a comporre un'opera sull'amicizia né tanto meno a raccontare una città come Milano, nonostante le marchette a Esselunga, Coin e tanti altri marchi commerciali.
Premio per la miglior regia al Mar del Plata film festival 2007.
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