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Breakfast on Pluto

Regia di Neil Jordan vedi scheda film

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La recensione su Breakfast on Pluto

di ROTOTOM
8 stelle

Deliziosa pellicola sospesa in equilibrio tra realismo e favola nell’Irlanda degli anni ‘60 attraversando la pittoresca swinging London martoriata dagli attentati.
Neal Jordan torna ad occuparsi di Ira e confusione politica, di amore e indefinibile confine sessuale, quest’ultimo alla vista dei cattolici irlandesi e dai duri inglesi molto più spaventoso e destabilizzante della confusione politica. Stephen Rea, memore della lezione d’ombra cinese avuta nella Moglie del Soldato ci ricasca ma non si fa trovare impreparato così come lo spettatore che a differenza del film del 1992 era colto di sorpresa dalla rivelazione dell’identità sessuale dell’eroina identificandosi in pieno nello smarrito Rea qui è totalmente e partecipatamente complice di uno splendido dolce smarrito travestito Cillian Murphy ondeggiante nel suo corpo sinuoso, sognatore nei suoi occhi liquidi azzurro cielo. Kitten Braden, salverà il mondo e così è da un certo punto di vista, con la sua soave leggerezza sorvola i gravi fatto storici di quegli anni, la grave seriosità delle persone che gli stanno intorno, accarezza quasi senza accorgersene la morte, accoglie spensierata maturità una nuova nascita. Abbandonato sulla soglia della casa del prete del paesello natìo, tenuto a battesimo da due pettirossi pettegoli, la vita di Kitten si dipana prima nel tentativo di far accettare la propria ambigua natura ai villici compaesani e non riuscendoci nella vana ricerca della madre, sosia di un’attrice, inghiottita dalla grande città, Londra. Qui incontrerà una carovana di musicisti legati a doppio filo con i terroristi, un mago che ne sfrutterà la trasparente innocenza e finalmente la madre, che non lo riconoscerà. Il prete suo padre, la rintraccerà in un peep show che molto deve a Paris, Texas di Wenders solo un po’ più glamour. E’ il glamour anni 60 -70 a guidare Kitten attraverso il mondo, nei suoi vestiti sgargianti e colorati, dotato di un animo di sensibilità superiore riesce comunque a rimanere ostinatamente se stesso mentre il mondo cambia, gli amici si tradiscono e muoiono. E’ la musica, strepitosa, a fare da colonna sonora alla commedia, delicatamente sospesa tra tragedia e favola, tra realismo di denuncia e onirismo kitch riuscendo a tenere perfettamente in equilibrio i due registri senza cadere nel polpettone “macisteo” di Loachiana impronta ma neppure sfaldare il tutto in una sciocca commediola politicamente corretta. Anzi, il tema dell’identità è fortemente connotata a favore di Cillian Kitten Murphy, l’unico che vorrebbe essere solo sé stesso mentre criticamente il mondo cambia e vorrebbe essere altro e si arrotola in azioni senza senso dispensando morte, dolore, solitudine egli nei suoi vestiti sgargianti si staglia dai grigi paesaggi anglossassoni, si differenzia per la cura di sé, per la propria purezza che resta immacolata nonostante la discesa nel degrado nella prostituzione. E’ il punto coincidente di tutte le prospettive un’anomalia che fa risaltare tutti i difetti di una società sbagliata, è un alieno proveniente da un astro le cui lande deserte e ghiacciate riflettono i raggi del sole lontano facendolo risplendere di luce propria. Plutone. Oltre ad un bravissimo Cillian Murphy qui forse al ruolo della vita, risaltano il virile smarrimento di Liam Neeson prete con dubbi morali, il musicista Bryan Ferry psicopatico, Stephen Rea un mago che si esibisce in spettacoli truculenti alla Grand Guignol e che sfrutta la debolezza di Kitten per riempire un po’ la sua solitudine. Oltre a tutta una serie di comprimari di razza (Seamus Reilly, Eva Birthistle…) già visti nei film precedenti di Jordan, qui decisamente ispirato da un tocco e una sensibilità magnifiche. Solo un appunto si può muovere a questo bellissimo film, l’edizione italiana colpevolmente doppiata, quale sia il risultato dell’operazione, comunque dignitoso. Certi film si dovrebbe avere il buon gusto e la sensibilità di lasciarli in lingua originale in modo da godere del lavoro degli attori, sulla voce di Murphy in questo caso, che da solo rappresenta la metà secca della sua performance oltre al lavoro sul corpo. Sensibilità presente nella pellicola che evidentemente non è filtrata ai distributori, segno che nonostante la buona volontà, il mestiere e la passione non tutti i messaggi arrivano a cogliere il segno. In questo caso il peccato diventa mortale.

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