Regia di Zhang Yimou vedi scheda film
La città “proibitiva” di Zhang Yimou, sfavillante come un immenso ristorante cinese di periferia, permeata di guerreggio all'ammasso dalle strategie elementari (forse pianificate dai box Ferrari...), orgiasticamente satura di lotte intestine per il potere in famiglia dove il più tenero è una carogna, con uno stile wuxia lontano miglia e miglia dall'esattezza stilistica de La foresta dei pugnali volanti, si presenta sgarzullina e su misura per la famiglia imperiale che trama e ritrama per i corridoi gardalandiani.
Forse costruito attorno alla bellezza di Gong Li, forse latore di messaggi fin troppo chiari, o troppo rimarcati, 'sto film c'annoia a lungo, alternando sprazzi di Kung fu Panda a siparietti tediosamente teatrali fino alla graficamente computerizzata superbattaglia finale che vede convergere dentro al ristorantone miliardi di pixel belli ordinati, qualche evoluzione precipitosa ed un epilogo che rimette tutti in fila. Qui comanda l'Imperatore, se non s'era capito.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
non so se preferire "sgarzullina" o "gardalandiana" o i box ferrari...ci penso.Su Gong Li non ci piove, voto sì
Forse costruito attorno alle Olimpiadi...
Concordo col commento. Mi son chiesto se ai cinesi contnua davvero a piacere tutto sto fasto imperiale o se magari gradirebbero qualche cosa di più umano... saranno anche stati tempi memorabili (qui ricreati per lontano sentito dire e senza alcuna attendibilità, direi) ma sarebbe anche ora di cambiare immaginario...
Commenta