Regia di Zhang Yimou vedi scheda film
La città “proibitiva” di Zhang Yimou, sfavillante come un immenso ristorante cinese di periferia, permeata di guerreggio all'ammasso dalle strategie elementari (forse pianificate dai box Ferrari...), orgiasticamente satura di lotte intestine per il potere in famiglia dove il più tenero è una carogna, con uno stile wuxia lontano miglia e miglia dall'esattezza stilistica de La foresta dei pugnali volanti, si presenta sgarzullina e su misura per la famiglia imperiale che trama e ritrama per i corridoi gardalandiani.
Forse costruito attorno alla bellezza di Gong Li, forse latore di messaggi fin troppo chiari, o troppo rimarcati, 'sto film c'annoia a lungo, alternando sprazzi di Kung fu Panda a siparietti tediosamente teatrali fino alla graficamente computerizzata superbattaglia finale che vede convergere dentro al ristorantone miliardi di pixel belli ordinati, qualche evoluzione precipitosa ed un epilogo che rimette tutti in fila. Qui comanda l'Imperatore, se non s'era capito.
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