Regia di Zhang Yimou vedi scheda film
Non sono un conoscitore del cinema di Zhang Ymou, non ho visto ne' "Hero" ne' i "Pugnali Volanti", forse perchè percepivo con fastidio un certo tipo di estetica che io supponevo venisse ostentata in questo cinema. Vincendo il pregiudizio, stavolta sono andato a vedere questa "Città proibita", e devo dire che le sensazioni che ne ho tratto hanno modificato solo in minima parte le mie posizioni. Prima di tutto voglio sottolineare il senso di sbalordimento per la assoluta sontuosità delle scenografie, i colori stupefacenti, la ricchezza dei costumi, lo sfarzo opulento e barocco che caratterizza la vita di corte. E poi, naturalmente, le imponenti scene di massa, con migliaia di guerrieri, racchiusi in armature dorate, che danno vita a battaglie epiche, la fisicità delle scene d'azione, le arti marziali sapientemente coreografate, i duelli condotti a passo di danza. Fulcro della pellicola sono l'odio, le vendette, i rancori , i complotti che covano sordidi all'ombra della corte imperiale della tarda dinastia Tang, alla vigilia di una importante festività. A dominare gli eventi un senso di tragedia che non puo' non richiamare Shakespeare, evidenziato anche dall'impianto teatrale dell'opera. Come detto prima, la complessità cromatica rende il film visivamente abbagliante, come si usa dire "una gioia per gli occhi", un autentico caleidoscopio con tonalità che vanno dal rosso del sangue al giallo dorato dei crisantemi. La ricchezza dell'impatto visivo, che dunque e' la caratteristica primaria del film, genera indubbiamente montagne di suggestioni ed emozioni. Ma qui sta il punto: pur avendo recepito in pieno tutto ciò dal film, mi ritrovo a domandarmi se e' QUESTO il tipo di emozioni che io chiedo al Cinema: e la risposta, per quanto mi riguarda, e' decisamente NO.
Sarà che e' un cinema forse troppo distante dal gusto occidentale ma non riesce ad appassionarmi. In estrema (e volgare) sintesi: cinema potente fin che si vuole, ma per me di scarso interesse.
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