Regia di Gore Verbinski vedi scheda film
Si dovrebbe chiudere con questo numero tre, anche se l'ultima scena lascerebbe ipotizzare nuovi sviluppi marinari ( e le centinaia di milioni di dollari incassati un pò dappertutto autorizzerebbero più che mai tale idea): le avventure del capitan pirata Jack Sparrow e C., tra morti apparenti, capatine in un non meglio identificato Limbo, mostri subacquei, e spettri vari, vedono la giostra di alleanze, inimicizie, convenienze e tradimenti rinnovarsi tra i protagonisti della saga. Verbinski estrapola questo tema dei patti di comodo dal cinema di Sergio Leone, così come è un conclamato omaggio la scena del patto sulla lingua di sabbia al suono distorto di una chitarra che richiama da vicinissimo il tema di Armonica, da "C'era una volta il West". Molte cose in sceneggiatura vengono fatte tornare con l'attaccatutto dello spettacolo a tutto tondo, il morbo dell'ipertrofia, di cui sono affetti quasi tutti gli ultimi kolossal hollywoodiani colpisce ancora, come se un minutaggio che spesso appesantisce soltanto la visione giustificasse ancor più gli introiti sperati, ma tuttavia la baracconata, perchè è di questo che stiamo a parlare,regge. Anche se ormai il pittoresco corsaro di Johnny Depp è la caricatura di se stesso, e del cast il migliore è il ritornante Geoffrey Rush, antico nemico e ora alleato, pur se ambiguo. Si arriverà, per la legge dei numeri, anche almeno al numero quattro, anche se qualche personaggio si perde per mare, e si spera che almeno un taglio agli scontri, o tanta roba di troppo, venga effettuato...
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