Regia di Iwai Shunji vedi scheda film
La nuova internet generation.Made in Japan.La notte estiva di Rai sat cinema è quasi sempre fucina di visioni interessanti ed originali che raramente trovano posto in altri palinsesti.E ogni tanto scopro dei film che colpiscono sia per il messaggio che recano che per come lo recano.Ed è il caso di questo All about Lily Chou Chou,film giapponese che in patria all'epoca fu un successo piuttosto eclatante(circa 25 milioni di dollari di incasso contro un costo di un milione e 250000 dollari).Quella che ho visto io è la versione sottotitolata:il film è la storia di un gruppo di studenti che compiono la loro crescita scolastica nel Giappone di oggi.In realtà ci si focalizza su due personaggi,uno che eccelle in qualsiasi cosa è impegnato(Hoshino),l'altro(Yoichi) timido,silenzioso che ama la musica di questa pop star che si chiama Lily Chou Chou e che riesce a esprimersi solo attraverso un nickname quando si collega a un sito.Il film parte proprio da questi messaggi in sequenza e si chiude all'aperto ,con una cuffia alle orecchie,sempre con in sovrimpressioni i messaggi dei vari nicknames che si succedono.In mezzo c'è un cambiamento folle che investe il personaggio dello scolaro modello(complice una gita di gruppo su un isola in cui rischiano la morte) che scende ad uno ad uno tutti i gradini del decadimento morale,dell'abiezione e dell'illegalità e il sostanziale perdurare di uno stato di distacco dal mondo reale del delicato Yoichi,perso dietro alle note della sua Lily Chou Chou e ai messaggi via internet,l'unico modo in cui riesce ad esprimersi compiutamente.Non so se ho colto tutto quello che voleva dire l'autore,probabilmente no,perchè guardando questo film si è letteralmente investiti da una serie di domande senza risposta.E'una critica alla nuova civiltà tecnocratica?L'unico rifugio posssibile è l'incomunicabilità?O è semplicemente un film su un gruppo di ragazzi colti nel divenire della loro adolescenza?Sinceramente non so rispondere,forse volutamente le cose sono lasciate in sospeso.Quello che colpisce è anche lo stile sincopato con cui è girato,alternando videocamere digitali che danno colori freddi,metallici alla macchina da presa a mano(le videocamere dei vari studenti) in una evidente volontà di dare al film un aspetto non omogeneo,dissonante tra due estremi,l'esercizio di stile freddo e cerebrale e la sgrammaticatura di (finte) sequenze girate da dilettanti.Una visione sicuramente non consona a canoni estetici occidentali,un magma incandescente in cui si fondono in simbiosi musica ,parole e immagini....
ok
ok
non male
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