Regia di David Fincher vedi scheda film
Ispirato da una delle più inquietanti figure di omicida, mai identificato. Oggi di nuovo in cronaca per le allucinanti dichiarazioni di un anziano militare che si attribuisce una doppia identità di serial killer, dicendosi essere stato attivo anche come Mostro di Firenze.
1969, California. Uno spietato duplice omicidio -vittima una coppia in auto- sembra confermare l'azione di un maniaco che già in passato ha colpito nella stessa maniera. La redazione del Francisco Chronicle, assieme a quella di altre testate, riceve una circostanziata lettera anonima nella quale il killer rivela dettagli conosciuti solo agli inquirenti, nonché allega un messaggio cifrato. Un giornalista ed un vignettista indagano sul caso, mentre altri delitti (anche più svariati) vengono reclamati dal sanguinario assassino, tramite invio di missive anonime siglate Zodiac: identità che il killer seriale si è attribuito, copiando nome e logo di una marca di orologi.
"Mi piace uccidere le persone perché è molto più divertente di ogni gioco selvaggio che si possa fare in una foresta. L'uomo è l'animale più pericoloso ed elettrizzante di tutti da uccidere. Qualcosa mi regala l’esperienza più eccitante che ci sia anche più di fare sesso con una ragazza. La parte migliore è che quando morirò, rinascerò in paradiso e tutte le mie vittime saranno miei schiavi. Perciò non vi darò il mio nome o tenterete di fermare la mia raccolta di schiavi per la vita ultraterrena. Ebeorietemethhpiti". (Messaggio decifrato, da una missiva di Zodiac)
Fatti di cronaca nera, narrati con una cura maniacale riposta -da parte di Fincher- nella ricostruzione d'ambienti e nelle situazioni (senza gore, per fortuna). Il regista, per rendere il film più adiacente alla realtà, ha fatto ricorso a documenti d'epoca e si è avvalso dei testimoni (poliziotti e giornalisti) coinvolti nelle tragiche gesta di Zodiac. Molto curato sul versante tecnico, sia per quel che riguarda la fotografia, sia per quel che riguarda la sceneggiatura e le prestazioni date dai bravi attori.
Ispirato anche dai testi, redatti sul caso, dello scrittore Robert Graysmith, Fincher tenta di ricostruire parte delle indagini che si sono comunque risolte in un nulla di fatto anche se più spesso viene tirata in ballo la figura di un soldato. Fatto, questo, decisamente inquietante perché va a supportare le ultime, allucinanti, dichiarazioni di Joe (Giuseppe) Bevilacqua (e anche il cognome mette la pelle d'oca in quanto il killer più volte ha mandato indovinelli e rebus mirati), un militare italo-americano di ottantadue anni -all'epoca teste in tribunale contro Pietro Pacciani- che si attribuisce anche i delitti del Mostro di Firenze; delitti che presentano un target pressoché analogo a quello perseguito da Zodiac. Per tornare al film di Fincher, va però sottolineata la scarsa attitudine del regista alla sintesi, qui completamente assente dal secondo tempo in poi, con la storia avvitata su una lunga e noiosa indagine priva di spunto e senza alcuna dinamica investigativa. Lungo, quindi da vedere con calma.
Curiosità
Uno dei protagonisti esce da un cinema, mentre sullo schermo scorrono le immagini tratte dal film Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo! Si tratta della prima pellicola (instant movie) ispirata, vagamente, alle gesta del serial killer Zodiac.
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