Regia di David Fincher vedi scheda film
Prima ci pensano i codici cifrati del criminale a catturare l’attenzione (unitamente alle altre stranezze comportamentali dettategli dalla sua chiara vena sadica e maniacale).
Poi, è la pertinacia dello “strambo” (così dicono i colleghi; dal film non si direbbe più di tanto) vignettista Robert Graysmith (J.Gyllenhaal) a dettare il ritmo della narrazione, ma, a lui affidata, l’indagine si aggroviglia (non che i poliziotti, cui il caso era stato affidato, siano riusciti a fare di meglio, anzi), complice anche un montaggio che, a volte, sembra fatto con l’accetta (probabilmente a causa dell’enorme volume di pellicola girata che non è stato possibile inserire nel film); così, da un bacino di 2500 potenziali criminali, l’attenzione viene concentrata dapprima su una persona in particolare, poi su un altra e un altra ancora… cosicché le loro identità finiscono per sovrapporsi, mischiarsi, confondersi. Solo alcune di queste, peraltro, assumono i contorni di una persona in carne ed ossa. Altre rimangono sulla carta. Nomi, che nulla dicono e mai lo faranno.
E intanto il discrimine tra il sospetto fondato e la falsa pista si fa sempre più labile…
Così, anche Zodiac rimarrà solo un nome. Inquietante, certo, ma nulla più che un nome, forse (ci suggeriscono i titoli di coda) scolpito (in codice?) sul freddo marmo di una lapide abbandonata da tempo.
In effetti, il rammarico per non esser venuti a conoscenza dell’esatta identità del criminale in questione è tanto, ma d’altronde gli anni passano per tutti, sopraggiungono nuovi e più allarmanti casi da risolvere (migliaia, in quegli anni, a San Francisco) e la speranza che il tempo sbiadisca anche gli orrori più atroci finisce (amaramente) per anestetizzare il nostro senso di giustizia (oltre a quello, stando a quanto mostratoci dal film, di alcune delle stesse vittime).
Complessivamente, dunque, - anche per via dell’onestà asciutta con cui dimostra che, se di iato si può parlare tra realtà (Zodiac) e finzione (Seven), questo, purtroppo, si rivela sistematicamente proprio nel momento clou (la scoperta del colpevole) - un film più che discreto (e mai noioso), ma che lascia il tempo che trova.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta