Regia di David Fincher vedi scheda film
Dello stesso regista, avevo preferito "Seven" e perfino "Uomini che odiano le donne", con qualche riserva.
La storia è la meticolosa quasi ossessiva - e forse in definitiva, un po' noiosa - ricostruzione della caccia fallimentare ad un serial killer che terrorizzò l' America, in modo particolare la California, per più un decennio, tra la fine degli anni '60 e oltre.
La tensione si percepisce molto di più nella prima parte del film, con le gesta del killer e le sue lettere deliranti che manda alla polizia, che finisco per coinvolgere un giornalista alcolizzato e un vignettista.
Poliziotti, stampa, periti calligrafici, tutti sono ossessionati da Zodiac, dalle sue minacce di morte, dalla necessità di dare un volto e un nome al misterioso e apparentemente inafferrabile assassino, che pure sembra lasciare indizi e commettere errori, (una delle sue vittime sopravvive all' aggressione) eppure riesce sempre a farla franca nell'arco degli anni.
L' insuccesso li porterà chi a gettare la spugna, (salvandosi dall' ossessione) chi a distruggere la sua vita e i suoi affetti.
Nella seconda parte del film diventa difficile secondo me, seguire il percorso del vignettista che tenta di svelare codici, decifrare calligrafie, mani destre da sinistre e fare collegamenti fra una delle vittime e il presunto assassino.
Si afferrà benissimo la frustrazione dei protagonisti che inseguono tracce sempre più labili che si perdono nel tempo, che non riescono a prendere le distanze da un caso che resta sotto silenzio per anni (al cinema, il poliziotto - un bravo Mark Raffalo - non riesce neppure a guardare un film sull' ispettore Challagan, ispirato a Zodiac).
Ottima la ricostruzione degli ambienti, l' abbigliamento dei protagonisti, e sicuramente bravi tutti gli attori.
Nel complesso direi un buon film con qualche pecca: è un po' carente l'azione, e la tensione si percepisce nettamente solo in alcuni momenti.
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