Regia di David Fincher vedi scheda film
Snobbato dall'adolescenziale pubblico americano, il nuovo atteso film di David Fincher difficilmente conquistera' il pubblico italiano. Quello che vuole vedere e rivedere (e capace di capire) sempre le solite cose. Innanzitutto, a dispetto del tema trattato, la ricerca di un serial killer che terrorizzo' realmente San Francisco dal 1969 in poi per circa un decennio, non e' assolutamente un thriller ma piuttosto un dolente docu-drama di taglio giornalistico. Cio' non toglie che al suo interno i momenti di paura e tensione non manchino. Vedi tutta la parte iniziale e in particolare la scena al cardiopalma dell’omicidio di una coppietta sulle rive di un lago. O ancora sul finire, quella hitchockiana nel sottoscala , sequenze che sotto questo aspetto sono veramente da brividi. Meglio, da antologia. Ma per intenderci "Zodiac" richiama in qualche modo nella sua struttura molto di piu' a "Tutti gli uomini del presidente" di Pakula che ai vari thriller/horror degli ultimi anni. Un film dunque tipicamente anni '70 ( la ricostruzione d'epoca e' favolosa, come pure la colonna sonora) anche nei ritmi lenti e dilatati, specchio fedele e preciso di quel periodo. La parola d'ordine sarebbe insomma quella di scordarsi "Seven". Perche' "Zodiac" procede in maniera quasi opposta. E questo per molti sara' un duro colpo da assorbire.
Protagonista e' vero, e' ancora e sempre il Male. Ma qui non ci sono concessioni alle facili spettacolarizzazioni di alcuni dozzinali pseudo/thriller visti di recente. Qui non c'e' nulla di accattivante e o affascinante. E' tutto piu' banale ed ordinario. "Zodiac" e' soprattutto il racconto di una caccia che si trasforma pian piano in una vera ossessione. E che inesorabilmente stravolge, trasformandola per sempre, la vita dei suoi protagonisti. Ecco perche' la regia di Fincher e' piu' sobria e trattenuta rispetto al solito, piu' tradizionale. O come direbbe qualcuno "matura". I virtuosismi di cui e' capace,(quelle splendide carrellate laterali e/o dall'alto ad esempio) emergono solo a sprazzi, ma sono lampi comunque capaci di illuminare il film. Certo, dopo una prima mezz'ora folgorante, nella parte centrale (che pure regala il momento azzeccato e non meramente fine a se stesso, come a volte capita, del "cinema nel cinema", con i vari protagonisti in sala a vedere l'"Ispettore Callaghan: il caso skorpio e' tuo") c'e' qualche stanchezza di troppo. La ricostruzione dell'indagine della polizia e' sin troppo minuziosa e incessante. E i personaggi , visto anche la durata del film e nonostante la bravura degli interpreti, tutti perfettamente in parte, potevano aver maggior spessore. Ma a Fincher come detto interessava soprattutto altro. Far rivivere e far capire il senso di paranoia di quegli anni. Mostrare come il Male e' sempre accanto a noi. E ci riesce alla perfezione. Un grande film. Voto: 8
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