Regia di Billy Ray vedi scheda film
Storia vera di Philip Hanssen, dirigente FBI vendutosi ai sovietici e smascherato da un giovane aspirante agente. La messa in scena è volutamente piatta e grigia, impennandosi solo a tratti (es. la scena in cui bisogna trattenere con ogni mezzo Hanssen mentre gli stanno smontando l’auto in cerca di prove). Ma il vero problema è la morale ambigua: sembra voler raccontare il senso di onnipotenza della volpe seduta a tavola in incognito insieme ai cacciatori, e poi anche l’ammirazione provata dal cacciatore per la sua preda; insomma, sembra voler essere l’ennesima parabola sull’oscuro fascino esercitato dal male, ma in fondo dice ciò che piace sentirsi dire agli americani: ambientato poco prima dell’11 settembre, finisce per essere un’esortazione retroattiva alla vigilanza contro i nemici esterni. A parte la confezione, ideologicamente pare un film dell’epoca della guerra fredda.
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