Regia di Martin Weisz vedi scheda film
Non c'entra niente con quel The Hills Have Eyes Part II del 1983 inedito in Italia, sempre diretto da Craven come il film capostipite, e da più parti considerato uno dei peggiori sequel della storia del cinema horror (ci andiamo vicino). Là c'erano dei biker sozzi che finivano tra le grinfie dei cannibali, qui invece la Guardia Nazionale: segno dei tempi. Ma lo script di papà Wes e figlio Jonathan tradisce subito le flebili aspirazioni di critica sociale e politica con un luna-park truzzo di suggestioni guerrafondaie. Tutto un tanto al chilo, perché da un po' conta di più una testa spiaccicata che anche solo un tentativo di "solidificazione" strutturale. Nemmeno al fan frega ormai niente di un braccio mozzato o di un corpo sventrato, quando intorno c'è il deserto totale. I trucchi di Nicotero & Berger impressionano per efficacia, ma non fanno più la differenza: restano anch'essi sommersi in un mare di tedio prevedibile e spaventi da discount. Pochi anni fa s'invocava il ritorno del gore; adesso che è copioso, ci siamo ridotti a rivendicare il ritorno di ciò che gli dava una forma perlomeno sensata. Non c'è mai pace, insomma, soprattutto quando dei freak primitivi sanno a malapena parlare però adoperano il laptop.
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