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Le colline hanno gli occhi 2

Regia di Martin Weisz vedi scheda film

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La recensione su Le colline hanno gli occhi 2

di amandagriss
6 stelle

Anno domini 2007: dopo nemmeno 9 mesi dall'ottimo remake dell'omonima pellicola del 1977 di Wes Craven ad opera del francese Alexandre Aja, giovane talento già firmatario del geniale Alta tensione, faceva la sua comparsa  sugli schermi l'attesissimo (?) sequel, prodotto da Craven e da lui scritto con l'ausilio del figlio Jonathan. Di certo non sortisce l'effetto ottenuto dal regista di Piranha 3D (violenza, ferocia, grande impatto visivo/emotivo), non resta appiccicato addosso ben oltre la visione, non prende allo stomaco, eppure tuttavia, questo secondo capitolo sulle sanguinolente bizzarrìe assassine ed il forzato isolamento oramai adottato come stile di vita da parte dell’ultimo resistente residuato di comunità di deformi prodotti partoriti dalle cattive sperimentazioni chimico-nucleari dell’America della guerra fredda è un onesto horror-movie, un buon prodotto di genere, realizzato con mestiere e, perché no, anche con un pizzico di cuore. Non solo routine, 'per battere il ferro finché caldo' quindi, ma anche apprezzabili momenti di paura e dosata tensione resi con originalità sebbene nulla di mai visto si riscontri per davvero. L'aspetto intrigante del film e valida variazione al genere è rappresentato dalla presenza di un manipolo di militari duramente addestrato per essere inviato in Medio Oriente (e non la solita comitiva o famigliola in vacanza) e che, invece, si ritrova a combattere per la propria sopravvivenza nella stessa terra natìa contro un avversario sconosciuto, mostruoso e sicuramente non meno pericoloso. Un faccia a faccia alla pari se non fosse per quelle colline a dominare l'arido paesaggio che si estende a perdita d’occhio, nido d'insidie e covo degli orrori più nefandi ed inimmaginabili. Spietato gioco del gatto con il topo, sostenuto da un buon ritmo, impreziosito da un'efficace impronta realistica grazie alla quale le morti perdono il loro carattere ‘spettacolare’ - tipico delle pellicole horror - per caricarsi di tutta quella veridicità, desolazione ed amarezza proprie di ogni tragica violenta istantanea fine. Ottimo il prologo, inquietante l'elettrica colonna sonora che scandisce l'azione; fotografia satura che ben sottolinea le tonalità rosso-arancio del deserto, nitida, forse fin troppo pulita, cosicché la sensazione che se ne ricava è di palpabile asetticità: l'afa soffocante, il marcio delle labirintiche caverne/gironi infernali scavati dentro la roccia (un moderno Vietnam), l'odore putrescente esalato dai cadaveri o pezzi di essi decomposti non si ‘avvertono’ come previsto sulla carta. Per quanto sottile, è evidente un filtro tra il film e lo spettatore, che ne attenua la devastante sgradevole carica di partenza. Le colline hanno gli occhi 2 non concorre, dunque (e non intende farlo), al titolo di cult-movie ma riesce a non tediare nella visione e ad essere ugualmente godibile. Per gli amanti del genere (e non solo).
 

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