Regia di Olivier Dahan vedi scheda film
Una perfetta resa dei chiaroscuri della vita di questa grandiosa cantante, la cui figura appare sempre tesa tra due estremi opposti: una voce potente in un corpo piccolo e fragile, una grande presenza scenica a dispetto della sua incertezza nei rapporti umani. Il film stesso appare trascinato in questa visione tremolante ed indecisa, rinunciando ai lustrini e ad ogni tentazione di agiografia, e anzi, privando il ritratto di Edith Piaf di ogni cenno di divismo o traccia di leggenda. Ne risulta l'istantanea mossa di una stella pulsante, dall'aspetto stranito ed implorante, che reca in sé, in maniera quasi prepotente ed ostentata, i segni dell'asprezza della vita, che né il successo, né la fama, né il denaro hanno potuto mitigare. Un'asprezza che è rimasta incisa nel suo canto, mai completamente rotondo e dolce, mai del tutto caldo e soave, ma sempre solcato da una graffiante e rabbiosa passione.
Un Oscar strameritato.
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