Regia di Lamberto Bava vedi scheda film
Una donna, fresca vedova, si scopre incinta. Alla nascita del piccolo, però, una serie di eventi inspiegabili e macabri le sconvolge la vita. Il bambino è figlio del fantasma del marito, a quanto pare.
Dopo una pausa quasi ventennale, Lamberto Bava torna al cinema. Questa è la notizia, la prima quantomento. Perchè volendo ce n'è pure una seconda, più opinabile ma non meno piacevole in sè: Bava è ancora capace di girare, non ha definitivamente dimenticato le sue capacità a seguito della lunga militanza televisiva, dopo aver confezionato onestissime, ma altrettanto mediocri fiction fantasy per tutti gli anni Novanta (una scia di titoli inevitabilmente seguita al successo di Fantaghirò, 1991). Ghost son è il secondo dei film per il grande schermo licenziati dal regista a metà del primo decennio del Duemila (l'anno prima aveva licenziato The torturer); si tratta di un thriller con accenni di paranormale girato con doverosa cura (sangue, tensione, violenza), perfino migliore dal punto di vista della scrittura della media dei film che Bava diresse negli anni Ottanta e che gli valsero la prima ondata di fama. La sceneggiatura è del regista e di Silvia Ranfagni; nel cast i nomi principali sono quelli - accettabilissimi - di Laura Harring, John Hannah, Pete Postlethwaite e Coralina Cataldi Tassoni. Location sudafricane per una coproduzione che, oltre a Sudafrica e Italia, coinvolge Regno Unito e Spagna. Purtroppo dopo Ghost son Bava tornerà alla televisione. 4/10.
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