Regia di Chris Kraus vedi scheda film
Se esistesse un Oscar per il miglior finale, questo film avrebbe avuto buone possibilità di vincerne uno. Il pianoforte diventa estensione non solo della propria coscienza ma anche della propria espiazione, in assoluto il più grandioso exploit di fisicità mai visto sulla tastiera. Ogni cosa diviene mezzo di trasmissione per la musica, il corpo di lei che si alza, danza intorno al pianoforte per poi ritornarvi con foga e violenza, le corde stesse che vengono percosse direttamente dalle dita e contemporaneamente dai martelletti, lo stesso palco che subisce il ritmo dei colpi di piede, un maestoso fioccare di note in un'armonia originale e devastante ed all'apparenza improvvisata, come un'accesso di rabbia... infine l'inchino, la mano posta ordinatamente dietro la schiena, come s'insegna alle scolarette dei primi saggi, come si impone ai detenuti prima di ammanettarli. Ecco, il resto del film è l'introduzione a tutto questo, più di un'ora e mezza consacrata a questi ultimi roboanti minuti. E' questo infatti l'unico accesso di vita del film, il risultato di una cova importante entro cui sono stati racchiusi, attraverso una regia asciutta ed accorta, tutti i motivi di rancore, di rivalsa, di odio, di ribellione raccontati al suono di una musica pacata, classica, ordinata. Emozioni antipodali che non possono restare represse o ne avrebbe a male l'anima stessa dello spettatore, narcotizzato dalle note ma stimolato da due storie entrambe ingiuste a modo loro ed entrambe portatrici sane di genuina e sacrosanta rivalsa che prenderà vita attraverso le note, unica maniera che possa mettere d'accordo davvero tutti. Voto: 8.
Molto classicheggiante e per questo può risultare noiosa ai più. Però va dato atto che i pezzi scelti non sono mai banali e strasentiti ed il finale è davvero entusiasmante.
Buona regia.
Davvero brava.
Qualche incertezza ma non era semplice dar vita ad un personaggio tanto particolare e lei comunque vi riesce con convinzione. Da tenere sott'occhio.
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