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Le ferie di Licu

Regia di Vittorio Moroni vedi scheda film

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La recensione su Le ferie di Licu

di barabbovich
6 stelle

Licu è un giovane bengalese che vive e lavora a Roma. Capello con ciuffo alla Elvis, sorriso trascinante, Licu lavora in un'industria tessile diretta da un cinese e la sera arrotonda facendo il commesso in un negozio di alimentari gestito da un connazionale. La sua famiglia gli fa sapere  che ha deciso della sua futura moglie: Licu deve tornare in Bangladesh, ha bisogno di 2 mesi di tempo e di 5000 euro. Non avrà né gli uni né gli altri, ma si sposerà comunque e tornerà con la sua moglie appena 18enne a Roma, sulla Casilina.
Al suo secondo lungometraggio dopo Tu devi essere il lupo, Vittorio Moroni imbocca una strada al crocevia tra Lettere dal Sahara e Un bacio appassionato, una docu-fiction con un prologo e un epilogo romani e una parte centrale girata in un villaggio bengalese. Filmato in video e con macchina in spalla, l'opera seconda di Moroni è un piccolo saggio di antropologia, a tratti iperrealista (la scena dello sgozzamento della mucca in vista dei preparativi nuziali è un calcio gratuito allo stomaco dello spettatore), capace di sospendere il giudizio su un personaggio simpaticissimo, abbastanza integrato eppure ipertradizionalista, disposto a confinare la moglie entro le mura domestiche. Uno di quei film ai quali esercenti meno pavidi dovrebbero riservare qualche sala in più, invece di condannarli a inenarrabili peripezie distributive.

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