Regia di Stanley Kubrick vedi scheda film
Da non perdere.
Il più breve, il più controverso, il più detestato dallo stesso Stanley Kubrick, che lo definì come "balbettante esercizio amatoriale" arrivando persino a distruggerne i negativi. Una pellicola circondata un'aura di mistero che inevitabilmente le conferisce una certa dose di fascino. Un film a basso costo, quasi un B-movie come ce ne sono tati, girato con mezzi talmente di fortuna che due degli unici cinque attori che compaiono interpretano due personaggi contemporaneamente. Eppure è già un film dannatamente kubrickiano.
Una guerra che non è mai stata combattuta e mai nemmeno lo sarà, tra due schieramenti che non esistono, in un mondo che non esiste. La volontà di sfondare l'apparenza sterile e fallace della realtà esperibile dai sensi per rappresentare, indagare i recessi più nascosti e insondabili dell'animo umano è in questo film già presentissima. La guerra è semplicemente un mezzo, non è il racconto della guerra che interessa a Kubrick, tant'è vero che è una guerra che non esiste: la guerra è un collo di bottiglia ove confluiscono per necessità gli istinti umani, svincolati dalla civiltà. C'è la paura di non farcela, c'è il dubbio se fidarsi o meno dei propri compagni, il dubbio verso il futuro, il desiderio di autoaffermarsi, di uscire dall'anonimato ed entrare nella storia, l'eroismo che in realtà è sempre e comunque una forma di egoismo verso se stessi. Ci sono tanti elementi in nuce del Kubrick che verrà. Nella scena dell'aggressione, violenta, quasi fine a se stessa, dei soldati ai nemici che stanno mangiando uno stufato nella casupola c'è tanta Arancia meccanica; nel vagare senza meta dei soldati contro nemici che non esistono si intravede un po' di Full Metal Jacket. E la guerra nel Vietnam era ancora molto lontana dall'essere stata combattuta. Ma Kubrick è uno che vede oltre, trascende il dato storico: questa è una guerra che racchiude in sè tutte le guerre, è l'idea primigenia della guerra.
Pellicola che può passare quasi inosservata se vista isolata, diventa invece una pregnante, ineguagliabile e imperdibile rappresentazione del cinema secondo il Maestro se messa in relazione allo Stanley Kubrick che sarà.
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