Regia di Stanley Kubrick vedi scheda film
Quattro soldati devono fuggire da un isolotto controllato da forze nemiche.
Stanley Kubrick esordisce nel lungometraggio così, ad appena 24 anni e con alle spalle un paio di corti (Il padre volante e Il giorno del combattimento, girati l'anno precedente); con una sceneggiatura firmata da Howard Sackler - verbosa e sentenziosa, nella quale i dialoghi prevalgono nettamente sull'azione - e un ristretto numero di interpreti, un boschetto costeggiato da un fiume come unica location (eccettuate un paio di brevissime sequenze in interni), con una manciata di divise militari come costumi e senza alcun tipo di effetto speciale: Paura e desiderio è tutto qui, è il debutto di un genio ancora dilettante, al quale non si può oggettivamente chiedere di più, date le circostanze. Il grave peso dei dialoghi influisce negativamente sulla narrazione, ma Kubrick non sembra avere mano granchè salda neppure di fronte alle rare scene madri (la ragazza fatta ostaggio, lo scontro con il generale nemico): ben impostata la regia sulle psicologie dei personaggi, essa non fa nulla per conferire suspence, nè verosimiglianza all'azione. Gli interpreti sono di scarsa esperienza, ma quasi tutti proseguiranno la carriera nel cinema: Frank Silvera, Virginia Leith, Stephen Coit, ma soprattutto va sottolineata la presenza, in uno dei ruoli centrali, di un ragazzino sconosciuto che farà parecchia strada nel mondo della celluloide: Paul Mazursky. Paura e desiderio - parabola evidentemente antimilitarista, ma senza troppi punti di riferimento ideologici - sembra insomma un'opera più ingenua che malfatta, come un saggio nel quale si siano volute dimostrare più capacità e più competenze di quelle realmente disponibili. 4/10.
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