Regia di Stanley Kubrick vedi scheda film
Quattro soldati in una (volontariamente) non meglio dichiarata guerra, sono stati tagliati fuori e si ritrovano dietro le linee nemiche. Con calma provano a sfondare la linea avversaria sfruttando il fiume, ma quando incontrano un accampamento nemico, che assaltano con successo, la paura di essere perennemente sotto tiro muterà le prospettive e gli equilibri…
Prima pellicola di un giovane Stanley Kubrick, che sembrava persa per sempre, e fortuitamente ritrovata in una collezione privata 30 anni dopo la sua realizzazione. Nonostante qualche ingenuità, un montaggio talvolta difettoso e l’assenza (questa forse voluta) dei cardini classici dei film di genere, “Fear and desire” ci rivela comunque i primi rudimenti kubrickiani, in primis la torbida complessità dell’animo umano, nonché la labirintica strutturazione delle vicende (ambiente ideale per l’alienazione dei personaggi). Un film sulla guerra, ma non di guerra. Il concetto bellico di Kubrick è ideale, se non addirittura ideologico; non c’è azione; la guerra è una metafora, il pretesto per una profonda ricognizione nell’animo umano, dove albergano sentimenti e ideali rivelatori della sua profonda cupezza. Cupezza che attraverso la guerra trova il suo naturale sfogo, rappresentato dal continuo rapporto tra follia e violenza e soprattutto dalla paura (e dal desiderio) dell’uomo che arriva ancor prima del dovere di soldato, concetto perfettamente sintetizzato dalla metafora delle isole, cogitata da uno dei protagonisti. Il risultato non è esaltante, ma l’abiura ostentata dall’autore, che definì questo film addirittura “un errore di gioventù”, pare decisamente eccessiva.
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