Regia di Fernando Di Leo vedi scheda film
Un perfetto esempio di “poliziottesco all’italiana”, di quelli che insieme al “western” omonimo hanno ispirato Quentin Tarantino. Come Sergio Leone nel decennio precedente aveva smontato, ricostruito e di fatto ucciso il western a stelle e strisce, i registi del poliziesco italiano anni ’70 offrirono una rilettura rivoluzionaria del “gangster movie” americano e degli indimenticabili “polar” francesi in cui eccelsero attori come Jean Gabin, Lino Ventura o Alain Delon. Fernando Di Leo, esponente di spicco del genere, realizza un film pieno di pecche, a partire dalla recitazione artefatta dell’immutabile e quasi imbarazzante Luc Merenda, passando per una sceneggiatura piuttosto prevedibile. Restano però impressi le scene d’inseguimento tra le “Alfa” degli sbirri e le “Fiat” dei delinquenti, le magistrali interpretazioni di Salvo Randone e Vittorio Caprioli, l’ambientazione milanese e una colonna sonora d’epoca che mette di buon umore.
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