Regia di Fernando Di Leo vedi scheda film
Non è un polar, non è un poliziottesco ma un buonissimo noir di Fernando di Leo
Il poliziotto è marcio Italia 1974- film raro che sarebbe riduttivo chiamare poliziottesco, questo film è duro come la roccia, spietato, puro noir, polar all’italiana sulle orme del grande Melville. Il protagonista assoluto padrone della scena, della storia e delle microstorie allegate è il commissario Domenico Malacarne magistralmente interpretato da Luc Merenda, attore francese molto bravo ed atletico, oltre che sciupa femmine. Il nostro commissario però è colluso con la malavita organizzata a libro paga, riceve molti soldi che gli garantiscono un alto tenore di vita, una bella fidanzata Sandra, la magnifica e sempre elegante Delia Boccardo, una gallerista che convive con Malacarne in un lussuoso appartamento. Un giorno suo padre interpretato da Salvo Randone integerrimo maresciallo dei carabinieri scopre che il suo amato figlio di cui è orgoglioso e fiero ha una doppia vita, non lo vuole più vedere, ci sarà un terribile ed amaro confronto in casa tra lui ed il figlio, con Sandra la fidanzata che rimane addolorata e basita. Purtroppo però Malacarne ormai è succube del sistema malavitoso, una volta entrato non si esce più ed i traffici, le situazioni scabrose ed i ricatti aumentano in modo esponenziale, una spirale senza fine oramai. Un documento importante, un esposto in possesso del padre farà da detonatore alla vicenda, tutto andrà fuori controllo, questo documento dimostra la colpevolezza di un gangster collegato ai banditi in contatto con il commissario e permette di scoprire il vaso di Pandora. Non siamo al livello qualitativo di “Indagine al di sopra di ogni sospetto” di Petri, ma questo film merita rispetto, girato in modo asciutto, con buoni inseguimenti nella Milano dei Navigli, il commento musicale di Luis Bacalov eccellente, che varia in base alle situazioni, adrenalico nelle molte scene d’azione e malinconico in altre scene, come il confronto padre/figlio.degna di essere menzionata anche interpretazione surreale ed a tratti comica di Vittorio Caprioli nel ruolo di Serafino Esposito colui che con il suo esposto causerà l’effetto a catena. Fernando Di Leo veramente un bravo regista che sapeva fare cinema di cassetta, quello che non faceva sdilinguare i critici e gli intellettuali, però capace di creare storie dal ritmo altissimo e con una buona caratterizzazione dei personaggi, non stereotipi, ma realistici ed attinenti alla realtà del nostro paese negli anni settanta. Voto 7.5 Interpreti e personaggi Luc Merenda: commissario Domenico Malacarne Richard Conte: Mazzanti Delia Boccardo: gallerista Sandra Raymond Pellegrin: Pascal Gianni Santuccio: questore Vittorio Caprioli: cav. Serafino Esposito Salvo Randone: maresciallo Malacarne Rosario Borelli: agente Pietro Garrito Monica Monet: cronista Barbara Elio Zamuto: Rio il Portoghese Loris Bazzocchi: sgherro di Pascal Sergio Ammirata: vice commissario Mario Corcetti Gino Milli: travestito Gianmaria Salvatore Billa: poliziotto Marcello Di Falco: sgherro di Pascal Attilio Duse: sgherro di Pascal Marisa Traversi: contessa Nevio
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