Regia di Goffredo Alessandrini vedi scheda film
Gli ultimi, avventurosi giorni della vita di Anita Garibaldi, che morì al fianco di Giuseppe lottando contro gli austriaci nel tentativo – purtroppo vano – di scacciarli dal nordest italiano.
Per quanto Anita Garibaldi sia solo il sottotitolo di questa opera, la reale protagonista è indubbiamente lei, e le Camicie rosse che danno il titolo al film sono semplicemente di contorno nel racconto delle vicende che portarono la moglie di Giuseppe Garibaldi a combattere l’invasore austriaco, nel 1840, riuscendo però a trovare solamente una prematura morte, ad appena 28 anni di età. Sul set il connubio fra Goffredo Alessandrini (già regista fra i favoriti del Duce e ottimo illustratore di pellicole storiche) e la prima attrice Anna Magnani, dal carattere notoriamente spigolosetto, non poteva funzionare: pur essendo lontani i tempi dell’idillio (il loro matrimonio era finito oltre dieci anni prima), fra i due sembrava essersi dissipata ogni tensione: ma il lavoro a stretto contatto mandò a monte la loro personale intesa artistica, rischiando di sortire un effetto negativo anche per il film. Alla rinuncia di Alessandrini subentrò il giovane Francesco Rosi, che portò a termine le riprese pur non accreditato, neppure come assistente regista (ruolo nel quale compaiono invece Nanni Loy, Siro Marcellini e Rinaldo Ricci). Al di là di una buona resa estetica, Camicie rosse mostra una certa opacità dovuta a evitabili picchi retorici, ma quantomeno restituisce una ricostruzione storica di chiara fedeltà, complice anche la firma di Enzo Biagi fra gli sceneggiatori, al fianco di quelle di Sandro Bolchi e Renzo Renzi. Anche nel cast i nomi di rilievo non mancano: Raf Vallone è l’eroe dei due mondi, mentre in ruoli laterali troviamo fra gli altri Alain Cuny, Jacques Sernas, Carlo Ninchi, Serge Reggiani e un giovanissimo Enzo Cerusico. Dai cognomi si intuisce peraltro la coproduzione italo-francese. 4/10.
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