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Salvador ­ 26 anni contro

Regia di Manuel Huerga vedi scheda film

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La recensione su Salvador ­ 26 anni contro

di bradipo68
8 stelle

Decisamente una bella sorpresa questo film spagnolo tratto da una dolorosissima vicenda realmente accaduta.Un film come questo rappresenta il classico incrocio tra la Storia con la S maiuscola,quella scritta sui libri che si studiano a scuola e la vicenda personale lontanissima dai riflettori,Questo film racconta la storia dell'ultima esecuzione fatta in Spagna col metodo della garrota,tremendo strumento di morte che ti spezza le vertebre cervicali tra atroci sofferenze.La vicenda di Salvador Puig Antich risalta negli ultimi anni della dittatura franchista infarcita di repressioni,di sospensione dei diritti civili,di violenze e di prevaricazioni di ogni tipo.Lo stile cinematografico con cui è raccontata è assolutamente coinvolgente,chi non è toccato nel profondo da un film come questo sicuramente ha una pietra al posto del cuore.La ricostruzione dell'epoca,gli anni 70,è assolutamente puntigliosa:raccontando la vita di Salvador si poteva incorrere facilmente nell'agiografia ingiustificata ma per fortuna non è questo il caso.La prima parte è un resoconto dettagliato di tutte le attivita'politiche,di protesta e criminose(rapinanva banche insieme ad altri complici per finanziare la lotta politica)di Salvador e dei suoi amici.Con le dovute proporzioni l'impostazione di taglio realistico e l'atmosfera ricordano molto Munich di Spielberg,anche questo spaccato assai fedele al reale di un pezzo di storia degli anni 70 ambientato in altre parti d'Europa.Questa prima parte è la meno intensa dal punto di vista emotivo ,i personaggi sono ben delineati,lo spirito di quegli anni in un paese dove la democrazia era sospesa è ben ricostruito,la vita di Salvador appesa ad un sogno per un mondo migliore precipita nel baratro dell'utopia quando viene catturato e ferito gravemente in una sequenza concitata,violentissima,adrenalinica ma che alla fine quasi scompare nel contesto.Quello che conta è che Salvador viene accusato di omicidio(durante la cattura muore un poliziotto in maniera abbastanza casuale)e in un processo farsa militare viene condannato a morte in risposta all'ondata di attentati che in quel periodo sconvolgeva la Spagna.E se in questa prima parte il film era un notevole esempio di cinema di genere,quando si entra nella spoglia cella d'isolamento in cui è rinchiuso Salvador il film vola altissimo,non solo grazie alla notevolissima interpretazione dell' ispano-tedesco Bruehl(eccellente anche in Goodbye Lenin,commedia tedesca di gran successo),di Ulloa, di Sbaraglia o allo strepitoso cast femminile ma soprattutto per la carica emotiva che si riesce ad innescare nello spettatore.La vicenda umana,personale di Salvador assume carattere universale,diviene un duro,accorato pamphlet contro la pena di morte come e piu'del bellissimo Dead Man Walking di cui ripercorre il sentiero.Quando arriva la notizia che tutte le istanze sono state respinte,che l'interessamento del Papa e di tutte le piu'alte personalita'del mondo civile è risultato vano,quella prigione in cui non c'è neanche un impianto elettrico decente,quell'oscuro antro si trasforma in trappola senza via d'uscita.Ed è un crescendo di emozione e di commozione fino alla brutalita' che avviene sotto i nostri occhi con un boia che è come se timbrasse un cartellino,che ha fretta di tornare a casa dopo aver svolto il lavoro.I vari metodi di omicidio di Stato come iniezione letale,impiccagione,fucilazione o sedia elettrica non hanno neanche un minimo della brutale ferocia della garrota,strumento di morte che sconvolge,che sconvolge per davvero.E non si possono non condividere le battaglie per fermare la pena di morte,omicidio di Stato legalizzato.Lo stile registico complessivo è asciutto ma creativo,l'empatizzazione tra Salvador e Jesus,la guardia carceraria,i loro discorsi,le loro partite a basket nell'ora d'aria forse hanno un sapore di gia'visto ma cio'non toglie nulla alla carica emotiva del film,alla commozione che avanza alla passione con cui è raccontata la storia.Alla fine Salvador come l'Antoine de I 400 colpi mettera'i piedi nell'acqua,come gli racconta una sorella poco prima dell'ultimo abbraccio...Una rosa rossa è ancora li',sull'asfalto,sotto la pioggia.....

Su Leonor Watling

piccola parte ma importante

Su Leonardo Sbaraglia

è Jesus il carceriere...bravo

Su Tristán Ulloa

l'avvocato che non si arrende...partecipe

Su

ottima interpretazione...

Su Manuel Huerga

regia asciutta ma creativa

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