Regia di Bob Clark vedi scheda film
Bob Clark è stato senza dubbio un regista estremamente sottovalutato: talmente “minore” e poco considerato da non essere mai stato nemmeno oggetto di una di quelle rivalutazioni postume che tanto sono andate di moda negli ultimi anni, tra i cultori del cosiddetto “trash”, e delle quali hanno beneficiato nomi decisamente improbabili. In realtà Bob Clark è stato autore di film commerciali che hanno caratterizzato, nel bene e nel male, la loro epoca, come i primi due “Porky’s”, oltre che di misconosciuti gioielli come lo splendido “A Christmas Story” del 1983. E come “La Morte dietro la porta”, piccolo horror dimenticato del 1972, che avrebbe meritato miglior sorte, magari quella di assurgere al ruolo di culto per una ristretta ma agguerrita cerchia di appassionati. Il film è molto ben fatto, nonostante il budget che immagino fosse ridottissimo: inquietante, morboso, cupo, disperato e persino struggente, nel racconto di una madre il cui amore per il figlio impedisce a quest’ultimo di trovare la pace eterna dopo la morte in Vietnam. La trama ricorda molto i raccontini macabri a fumetti di “Creepy” o “Eerie” e riesce anche ad evocare una certa critica sociale contro la guerra e il mondo degli adulti che manda a morire i propri figli senza un vero perché. Chiaramente il film è anche parecchio datato: 35 anni sul groppone e si percepiscono chiaramente. Il ritmo è lentissimo e gli spaventi talmente dilatati, da perdere quasi efficacia, il cast nell’insieme abbastanza incolore, nonostante lo sguardo fisso di Richard Backus non si dimentichi facilmente. Insomma: un buon film, datato nel ritmo e nelle atmosfere, ma ancora efficace ed inquietante: in Italia è passato su “Fuori Orario” in lingua con i sottotitoli, che sia il primo passo per riscoprire il talento di un regista bravo e sfortunato come Bob Clark?
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