Regia di Joel Schumacher vedi scheda film
La figura del cinico e beffardo accalappiacani che viene proposta all'inizio ricorda lo stile di un film ispirato ad un racconto di Stephen king e sembra promettere bene per i primi 10 minuti, poi arriva il fatidico regalo della moglie del protagonista interpretato da Jim Carrey, il bizzarro libro rosso “The number 23” ed il nostro accalappiacani va in crisi o meglio in una spirale paranoica causata dall'ossessione verso il numero 23 che scatena o da l'imput a quella che di fatto è una mente predisposta a questi disturbi. Impostato sulla “leggenda” di discutibili regole o improbabili successioni matematiche che servono solo a suggestionare lo spettatore e lo inducono formulare calcoli il cui risultato è ovvio è sempre il 23, qualsiasi altra cifra sarebbe lo stesso. “Number 23” è un esempio di come un messaggio ripetitivo crei una specie di autoconvinzione in individui inclini a credere in una data cosa, ad esempio basta pensare alle figure immaginarie che si possono ottenere nel collegare i punti luminosi delle stelle. Questo film è un potenziale thriller che nei titoli di testa ricorda nella grafica “Seven” di cui però non riesce a emularne la tensione, con dei deficit nel montaggio di alcune scene che rievocano la mente visionaria del protagonista, un bravo Carrey questa volta in una parte atipica per lui che tuttavia non riesce a colmare le lacune nella sceneggiatura che confondono le idee allo spettatore rendendo la storia a tratti noiosa.
In conclusione, il destino non esiste, esistono solo scelte diverse, come quella di vedere un altro film...
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