Regia di Joel Schumacher vedi scheda film
Mentre mi allontano dalla sala, lancio un ultimo sguardo al "disturbante" manifesto del film, e quell'espressione tra il cupo e il paranoico ostentata da Jim Carrey non fa che aumentare il mio rimpianto per quello che questo film avrebbe potuto essere. Le premesse per un cult-movie non mancavano, a partire dal soggetto intrigante, legato ad una ossessione per la numerologia. Il film parte in modo seduttivo, disseminando indizi e segnali inquietanti, ma dopo un po' si perde a causa di una regìa non all'altezza e di una sceneggiatura a tratti lacunosa ed incerta. E non basta a compensare queste pecche la bravura strepitosa di Carrey, il cui talento (sempre crescente) e' fuori discussione. Evidentemente Schumacher, dignitoso artigiano di Hollywood, non aveva nelle proprie corde un thriller cosi' "particolare" e complesso. Sì, perchè il film si svolge su due piani paralleli: la realtà e la sua "rappresentazione" letteraria, giustamente messe in scena con caratteristiche di stile molto differenti. Ed e' proprio la gestione di questi due piani narrativi a presentare evidenti difetti di disomogeneità, col risultato di rendere questo parallelismo un po' macchinoso e non sempre comprensibile. Se mi e' consentito, vorrei ora esprimere un parere personale sul tema centrale della vicenda: pur nella consapevolezza che trattasi di racconto di fantasia e che le suggestioni fanno parte del gioco, trovo tuttavia ridicolo l'eccesso di sbrodolamento sul "numero 23", anche perchè se uno ci si mette d'impegno puo' applicare le stesse teorie a chissà quanti altri numeri!
Concludendo: un discreto prodotto di intrattenimento, confezionato anche piuttosto bene, ma che, per colpa di una regìa inadeguata, non riesce a raggiungere lo scopo primario di un thriller, cioe' quello di creare una tensione in crescendo.
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