Regia di Daniele Luchetti vedi scheda film
Buon prodotto del cinema italiano recente, riesce a raccontare degli anni di trasformazione del nostro paese, con uno spirito libero, senza cadere nello snobbismo che caratterizza a volte il cinema d’autore (più abituato a trattare tematiche profonde come queste). Interessante l’incontro-scontro tra Scamarcio e Germano, vinto dal secondo che conferma di essere uno dei migliori talenti del nostro cinema (ma anche Scamarcio non sfigura affatto).
Libertina la regia di Luchetti che ci ragala uno scorcio malinconico dell’Italia che fu.
VOTO : 7,5/10.
Una delle sue prove migliori su grande schermo. Volitivo.
Anche lei “in palla”, riesce a rappresentare alla perfezione la casalinga repressa anni sessanta.
Talento cristallino che domina la scena, denotando un certo magnetismo e naturalezza limpidissima.
Non male, quando il copione funziona se la cava più che egregiamente.
Molto bravo, dopo qualche prova un po’ troppo superficiale riesce a coniugare il cinema popolare con il cinema di impegno, rappresentando l’Italia sessantottina con uno sguardo vivo.
Genuina e amabile.
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