Regia di Daniele Luchetti vedi scheda film
Luchetti, colto da sindrome della "megliogioventu'", confeziona un'opera dove la pecca maggiore risulta l'assenza di misura. Vuole offrirci un po' tutto sforando nell'eccesso e svirgolando spesso dai binari della credibilita': le evo(rivo)luzioni pseudopolitiche, le gelosie d'amore, i contrasti in famiglia, le amicizie inesistenti, il crescere insofferenti e con accanimento verso situazioni oltre il limite, questo dover sempre stupire ad ogni costo... lasciamo maturare un Germano con troppe mossettine/ammiccamenti troisiani/verdoniani, lasciamo anche libera la Finocchiaro relegata a macchietta per forza, lasciamo pure Scamarcio occhidipendente e teniamoci stretto, invece, un sorprendente Accio adolescente... a volte mi chiedo, cos'e'? Fanno paura esempi italiani di serena compostezza cinematografica (Baciami piccina, Uno su due)? Perche' voler strafare?...
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