Regia di Claudio Malaponti vedi scheda film
A me il film é piaciuto. Un sufficiente equilibrio di impegno ed ironia, con qualche innocente sbracata gigionesca qua e lá. Forse troppi richiami al Jesus di Norman Jewison. Ma forse sono parte del bello del film.
Una serie di indizi gli spiegano perché si trovi lí, nel deserto Israeliano, a camminare da solo senza avere idea di quale ne sia il motivo.
Gesú si manifesta e fronteggia - senza combatterla - la sua naturale incredulitá.
Inizia un viaggio che porta il nostro eroe ad una sorta di consapevolezza di sé e del proprio ruolo che in qualche modo era giá presente (penso a momento in cui abbandona, indignato, la riunione dei "creativi") ma non alimentata ancora.
Un passaggio amo in particolare.
Quando Gesú gli permette di rivedere sua mamma morta.
Ma la mamma non lo riconosce.
- Che paradiso é quello in cui ci si dimentica dei propri cari?
- (J. ) forse si evolve.
- Non mi piace un paradiso cosí.
Poi tirate le somme il nostro torna alla vita quotidiana.
Ma cambiato, capace di portare il bene alle persone che gli vivono attorno, ed anche di rimando a sé stesso.
Vere le due critiche formulate qui sopra.
L'inserto dei due fratellini che gli portano il denaro dei loro risparmi. Debole, posticcio, affettato. Una delle (poche) cadute evitabili.
L'uso del termine "location". Ma infine si tratta di un pubblicitario, e questo é il suo lessico.
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