Regia di Baltasar Kormákur vedi scheda film
Semi-sconosciuto dramma-thriller di Baltasar Kormakur, il film-se studiato con maggior attenzione alla base(quindi, nella stesura della sceneggiatura) avrebbe avuto il potenziale per diventare davvero notevole: il ruolo di ciascun personaggio rimane poco chiaro fino alla fine(che nel genere è un pregio), gli interrogativi che la storia pone e che poi vengono svelati sono tanti e coerenti(compreso l'inquietante rapporto tra il personaggio della Stiles ed il fratello), la regia ha dei buoni momenti(la bella sequenza finale della corsa in macchina), gli attori sono bravi, l'amaro che si avverte in bocca alla fine discreto...
Quello che non funziona è la gestione della vicenda, che è coerente, senza buchi, logica(sebbene la logica che lo regge sia la logica dei "perduti"), ma la tensione a volte latita, e le possibilità di evocare scene inquietanti e di sincero disturbo(e quante ce n'erano!) viene sprecata, con la pavida preferenza di seguire un canovaccio ovvio, in cui i personaggi non "esplodono" come dovrebbero l'uno nei confronti dell'altro, e mancano la passione ed il sangue che una storia del genere avrebbe necessitato per coinvolgere lo spettatore in modo totale.
Gli attori, in ogni caso, sono bravi: la Stiles è adatta al ruolo, Forest Whitaker sempre qualcosa sopra il magnifico(anche in film minori come questo); e Jeremy Renner (uno dei rari attori a saper essere odioso o adorabile in modo convincente in base al ruolo) è di una squisita ambiguità. Lui e Whitaker, a conti fatti, aiutano in modo notevole a sollevare il livello del film.
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