Regia di Siu-Tung Ching vedi scheda film
Action movie asiatico condito da arti marziali che vede primeggiare un manipolo di belle e giovani ragazze che al contrario di quanto faccia presupporre il titolo non sono poi così discinte.
In ogni caso rimane un’occasione sprecata per fare un film stuzzicante, la formula “belle donne + armi + arti marziali” doveva essere sfruttata meglio.
In tutto il mondo scompaiono un quarantina di tredicenni, rapite da Madame M (Almen Wong Pui-Ha), dalle quali, dopo un duro e sanguinoso addestramento, vuole ricavare un ristretto numero di killer professioniste disposte a tutto per raggiungere gli obiettivi imposti.
Così arrivano alla fine del percorso Charlene (Maggie Q.), Katt (Anya) e Jing (Jewel Lee), ma dopo una missione un poliziotto si mette sulle loro tracce assieme alla madre della prima che dopo tanti anni non ha ancora perso le speranze di ritrovarla.
Non che mi aspettassi un filmone, ma cadere così in basso è davvero avvilente.
Si salvano giusto le belle protagoniste e qualche coreografia (ma non tutte), mentre tutto il resto è brutto, quando addirittura non raggiunge livelli di mediocrità agghiaccianti.
Già si parte male con il preambolo a Roma, dove si spara parecchio, ma si vede poco sangue e l’azione pare davvero troppo finta (tipo che si spara un colpo di fucile e si uccidono due persone messe una di fianco all’altra), ma ben presto si scade ancora di più con l’addestramento che francamente, sia per scelte narrative che per modalità di rappresentazione, lascia interdetti, con l’apice raggiunto da una sorta di “royal rumble” spietata della serie “chi non muore vince”.
L’idea poteva anche starci (a parte che non si capisce perché un’organizzazione dovrebbe passare sei anni a coltivare delle guerriere per poi ucciderle tutte tranne una), ma nella caotica successione i cadaveri si volatilizzano e di sangue nemmeno l’ombra (con tanto di pugnalate mortali e corpi che cadono al suolo senza ferite in vista).
L’andazzo non migliora neanche quando arriva l’ora delle missioni, certo un po’ d’azione non manca mai, ma le scelte di sceneggiatura sono spesso ridicole, quasi ad inseguirsi (un esempio è la scena sul camion dei gelati, nella quale non si capisce proprio come abbiano fatto a farsi chiudere dentro).
Insomma “Naked weapon” è un film che pare nato per essere massacrato, peccato che l’unica (e comunque sempre importante per un b-movie) arma a disposizione, ovvero tante belle figliole, non venga sfruttata come ci si poteva aspettare (anche quando ci sarebbero tutti i presupposti).
Pessimo.
Approssimativo in maniera sconcertante.
Così così.
Ci mette buona volontà.
Pimpante, bella e coinvolgente.
Peccato che il film non le renda merito.
Più che sufficiente.
Abbastanza efferata nei modi, complessivamente sufficiente.
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