Regia di Francesco Falaschi vedi scheda film
Oddio, è nato un sottogenere, quello dei ?regazzini?, possibilmente con accento romano, che pensano solo alle canne, a non studiare, alla prima scopata, ad avere un rapporto conflittuale coi genitori. Dopo i dittici Notte prima degli esami e Notte prima degli esami oggi, e Tre metri sopra il cielo e Ho voglia di te e dopo Ma che ci faccio qui! legati dagli stessi attori (da Vaporidis a De Angelis), ecco Last Minute Marocco, dove vengono coinvolti gli adulti Mastandrea, Cucinotta e Dionisi, ancora canne (e tante, campi e campi di Maria), ancora la colpa è di mio padre che è assente e di mia madre che si è separata, della società che non offre niente di buono e della gente che è una roba brutta. Va bene: il filoncino sta tirando, gli incassi rimpinguano le tasche dei produttori, e i referenti in sala sono loro, i coetanei di Vaporidis e De Angelis e quindi cosa pretendere? Ma questo sarebbe il meno. La malinconia che ci coglie deriva dallo sguardo - cinematografico, umano, sociale - che i registi e gli sceneggiatori italiani di oggi hanno sul cinema e la realtà. Uno sguardo che arriva sempre un secondo dopo (leggi: dieci anni dopo) quello degli altri paesi almeno cinematograficamente più avanzati e sviluppati, e sotto sotto margheritino (fino a ieri avremmo scritto e detto: cattocomunista), dove da un momento all?altro ti aspetti di sentire qualcuno che invita tutti ad andare ?a magnà?, perché tanto chissenefrega del cinema vero, quello che quando ci riesce è finzione vera, non last minute.
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