Regia di Simona Izzo vedi scheda film
Un cuoco, un padre, le donne, le amanti. Nulla a che vedere con Greenaway, ma una simpatica cialtronata della premiata ditta Izzo&Tognazzi, straordinaria e involontaria metafora del nostro caro Belpaese, bellissimo e bruttissimo, vivibilissimo e inguardabile, avanti nel tempo e ancorato al passato come forse solo oggi nessuno. La Izzo nella commedia si muoverebbe anche bene: ha ritmo e i dialoghi non sono tremendi come sovente capita di ascoltare nelle sale dove proiettano quel cinema italiano che piace molto a Marzullo e ai suoi critici di corte. Il problema è che nemmeno lei crede in quello che fa. Ha una bella idea di regia? Eccola subito dopo rovinata da un fegatello con una inascoltabile canzone di Nek. Riesce a costruire un bel momento con uno Zingaretti che gigioneggia che neanche Vissani da Vespa? Eccola precipitare nell?effettaccio, nella parentesi infelice (tutta la parte ambientata nel ristorante guidato da Claudio Bigagli). Mette su un cast che a tratti resiste al tempo e alla scarsa autonomia della regia? Ecco il coro dello chef far zampillare sulla pelle degli spettatori foruncoli a pioggia. La storia? Infanzia, vocazione e mille esperienze di un cuoco sopraffino da Stromboli a Torino e ritorno. Con Iddu (il vulcano) a controllare che non si oltrepassi la decenza. Le musiche di Morricone sono una metafora nella metafora: variazioni sul tema di Deborah di C?era una volta in America. Come dire: con gli avanzi nel frigo ci faccio un altro film. Un?altra cialtronata.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta