Regia di Florian Henckel von Donnersmarck vedi scheda film
Un acclamato esordio alla regia, compatto e avvincente, da parte del tedesco Florian Henckel von Donnersmark, che purtroppo non ha mantenuto le promesse col secondo film, il deludente "The tourist". Questo "Le vite degli altri", invece, ha raccolto molti premi fra cui un Oscar per il miglior film straniero, per una volta ben dato. È un film di impegno civile che rievoca il triste regime di delazione nella Germania dell'Est prima della caduta del muro di Berlino, quando la polizia segreta denominata Stasi teneva sotto controllo chiunque fosse sospettato di idee sovversive. Il film segue il percorso di un funzionario della Stasi, Gerd Wiesler, a cui viene chiesto di sorvegliare uno scrittore potenzialmente "pericoloso", Georg Dreyman... ma durante lo svolgimento del suo compito le idee di Wiesler andranno mutando... Si tratta di un film che può essere goduto come un thriller, ma che rivela comunque in maniera inequivocabile la miseria morale del regime basato sul ricatto e l'oppressione vigente nella Repubblica Democratica Tedesca: dal punto di vista politico la denuncia è netta, vibrante, ma è amplificata da una costruzione cinematografica intelligente che sa dare il giusto spazio ai vari personaggi, compreso quello del drammaturgo e della sua fidanzata attrice. Il regista si è documentato per quattro anni prima di scrivere la sceneggiatura e questa cura del particolare è evidente anche nella rievocazione ambientale; ottimo il cast in cui spicca Ulrich Muhe, poco noto in Italia e purtroppo scomparso poco dopo l'uscita del film, che ha saputo dare al personaggio di Wiesler una affascinante ambiguità, mentre Martina Gedeck è sicuramente all'altezza del ruolo di Christa Maria. Un successo internazionale meritato per un film degno di figurare accanto ai migliori esemplari del cinema politico di qualche decennio fa.
Voto 9/10
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