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Le vite degli altri

Regia di Florian Henckel von Donnersmarck vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Le vite degli altri

di hallorann
8 stelle

L’Oscar 2007 come miglior film straniero è andato a sorpresa al tedesco LE VITE DEGLI ALTRI, ambientato nella Germania Est di Erich Honecker. 1984, a Berlino Est Wiesler è un severo agente della STASI, la polizia di Stato della DDR, all’inizio svolge una lezione a delle giovani spie spiegando la crudeltà e il cinismo che dovranno adoperare per il loro futuro mestiere e nel contempo la massima fedeltà all’ideologia del partito. Il colonnello Grubitz, non meno bastardo del suo subordinato, decide di affidare allo zelante Wiesler la sorveglianza di George Dreyman, un importante drammaturgo/scrittore considerato vicino al regime. E’ un insospettabile, ma il ministro della cultura Hempf cerca un minimo indizio per incriminarlo e imprigionarlo perché si è invaghito della sua compagna l’attrice di teatro Christa-Maria Sieland. Wiesler constata l’assoluta lealtà dell’intellettuale allo Stato nonostante alcuni suoi amici artisti non lavorino più da anni, il suicidio di uno questi fa scattare in lui un sentimento di ribellione, scrive un articolo anonimo da far pubblicare in un famoso settimanale della Germania Ovest sui numerosi suicidi che avvengono all’Est e sulla fitta cortina di silenzio imposta dal regime filosovietico a tale proposito. Anche Wiesler dopo essere venuto a conoscenza delle pressioni del ministro sulla vicenda Dreyman e sullo squallido ricatto fatto alla sua compagna, inizia a cambiare atteggiamento, a parteggiare per l’intellettuale e a farsi coinvolgere dagli avvenimenti intervenendo nella vita privata dei due. I fatti conseguenti prenderanno una piega inaspettata per tutti e tre i protagonisti. LE VITE DEGLI ALTRI è davvero un’opera meritevole di riguardo e plauso, il giovane F.Henckel von Donnersmarck scrive e dirige con sicurezza un affresco sulla DDR dal 1984 passando per la caduta del muro di Berlino del ’89 fino alla Germania unita del ’91, restituisce con drammaticità classica le storture del regime comunista di Honecker attraverso la spietata attività spionistica della STASI e la sua feroce pressione psicologica esercitata sui cittadini. Nelle strade semideserte, nelle claque di regime a teatro, nelle solitudini dei suoi agenti, negli sguardi persi e desolati dei suoi protagonisti Henckel cattura un’epoca buia del Novecento europeo. Gli interpreti tedeschi spesso legnosi e impersonali, qui sono intensi e partecipi, emotivamente convincenti, d’altronde era difficile non fare bene con una sceneggiatura così ben scritta e strutturata e con una regia fluida che non fa mai pesare le oltre due ore di durata della pellicola.

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