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Le vite degli altri

Regia di Florian Henckel von Donnersmarck vedi scheda film

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La recensione su Le vite degli altri

di bradipo68
8 stelle

Molta cinematografia tedesca degli ultimi anni non è precisamente da ricordare per capacita'introspettiva e scavo profondo nelle psicologie dei personaggi.Questo film è la straordinaria eccezione,è un film che vive proprio delle qualita'appena elencate,vive su rumori,sguardi,un atmosfera alienante,su tutto quello che di intimo e segreto puo'nascondersi nelle pieghe di una vita.E'un film a forte connotazione politica che narra con dovizia di particolari le tecniche quasi da terrorismo di Stato della Stasi la terribile polizia della Germania Democratica,racconta di come privilegi di certe personalita'altolocate e loro capricci anche stupidi se vogliamo possano rovinare delle vite come puo'accadere nella peggiore delle dittature totalitarie.Pero'è anche un film che racconta le piccole cose,racconta una storia d'amore che finisce tragicamente e racconta tutto il turbamento che assale il rigido funzionario addetto alla sorveglianza dello stimato drammaturgo e della di lui bellissima consorte quando comincia a capire che appropriarsi cosi'delle vite degli altri(mai titolo fu cosi'azzeccato per questo film)è profondamente sbagliato e immorale,lui che in una delle scene piu'intense del film dice all'attrice"sono io il suo pubblico" con lei a fissarlo per qualche secondo senza capire la portata e l'importanza di questa frase,lui che vive in un casermone anonimo e si concede l'unico lusso di un incontro mensile con una laida prostituta,lui che mangia piatti pronti da riscaldare,che non ha nemmeno l'ombra di un amico,lui sempre con l'enorme cuffia sulle orecchie mentre origlia quello che sta succedendo nella casa che sta sorvegliando,capisce che si è appropriato di un frammento di felicita'che non gli appartiene e fa di tutto per evitare il disgregamento della famiglia che proditoriamente spia.E'una piccola storia che si ricollega alla Storia con la S maiuscola,che narra il declino di un'ideologia,di un sistema totalitario che coincide col disfacimento delle certezze ideologiche di un suo rappresentante.Una volta tanto un film tedesco che non ha la solita pesantezza teutonica ma fa della finezza psicologica la sua caratteristica principale,non recitato e diretto un tanto al kilo ma con degli attori eccellenti(la performance del compianto Muehe nella parte del funzionario della Stasi è assolutamente straordinaria,mentre spicca la bellezza aristocratica e particolare della brava Martina Gedeck)e un finale che riesce ad emozionare....

Su Martina Gedeck

bellezza particolare,bravissima

Su Sebastian Koch

è il meno delineato dei tre ma è bravo

Su Ulrich Muehe

assolutamente straordinario

Su Florian Henckel von Donnersmarck

regia solida attenta alle sfumature

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