Regia di Florian Henckel von Donnersmarck vedi scheda film
l'annullamento di te stesso e se di te poco t'importa l'annullamento dei tuoi parenti. è agghiacciante ulrich muhe quando all'inizio del film insegna agli alunni che verrano scelti o scartati con debiti segnetti rossi a fianco del nome, come ridurre a zero la perosnalità di un nemico del comunismo. o tu o i tuoi cari, qualcosa farà in modo che l'interrogato confessi ciò che gli si vuole far confessare. ma non è intimidazione, non è tortura, non è vile ricatto. è la verità per smascherare i nemici del comunismo. a volte ci si stupisce di come un attore può essere bravo e purtroppo non ci si stupisce mai di un mostro di bravura come muhe, praticamente sconosciuto ai più. la parabola discendente di un agente della stasi dal futuro molto promettente, con nemmeno il barlume di un'espressione negli occhi, dalle stelle delle camere di interrogatorio agli scantinati dove si aprono le lettere degli abitanti della ddr, fino alla scena finale nella libreria di karl marx allèe. il fine unico delle dittature è quella di occuparsi di annientare le vite altrui. andarci giù di vanga, radere al suolo qualsiasi cosa riguardi la persona "pericolosa". testa bassa, para occhi, nessun interesse, nessuna curiosità, nessuna pretesa, nessun bisogno se non quelli concessi dal regime. in funny games muhe era la vittima, in questo pure. c'è una scena stupenda. quella in ascensore con il bambino che gli chiede se lui è veramente un agente stasi come dice il suo papà. attraverso gli occhi di muhe assistiamo all'attacco del leone che agisce di bisturi, chiedendo come si chiama... attimi di suspense in cui il fiato è sospeso, ma poi muhe non chiede il nome del papà, bensì quello del bimbo. qui tutto per lui è perso. ha ritrovato un'umanità che il sistema gli aveva cancellato, ma contemporaneamente ha incontrato il suo declino. un declino che sarà ancora più catastrofico dopo l'impensata caduta del muro e del comunismo. burocrati, tirapiedi, carcerieri, torturatori, torneranno a far parte di quell'anonimato che li aveva contraddistinti prima, con in più l'ansia di essere riconosciuti e magari perchè no, processati. alla fine quando muhe entra nella libreria e compra un libro dirà che è per se stesso e non un regalo come chiederà il commesso. qualcosa per se, di suo, e che comunque non avrebbe nessuno a cui regalarlo. allucinante
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