Regia di Steve Bendelack vedi scheda film
L'idea di fondere il girato tradizionale con le riprese operate dal protagonista mediante una fotocamera va non di rado a segno.
A un decennio esatto da L'ultima catastrofe, ritorna sullo schermo il famoso personaggio portato al successo negli anni Novanta da Rowan Atkinson. È bene ricordare che Mr. Bean, inventato dallo stesso Atkinson insieme all'amico Richard Curtis, aveva perso per strada un po' di crudeltà e di cinismo già in occasione del primo lungometraggio a lui dedicato, senza però che in tal caso l'efficacia della sua comicità venisse meno. Questo secondo (e a detta dell'interprete ultimo) film sull'iconico character inglese lo svuota, invece, di gran parte della carica di corrosività che vantava negli esordi. Atkinson, Hamish McColl, Robin Driscoll e Simon McBurney riciclano diverse trovate dal vecchio repertorio della serie TV (il pranzo caustico al ristorante di lusso) e il ritmo, spesso e volentieri, è fiacco, ma Steve Bendelack sa catturare lo spettatore a colpi di suggestive atmosfere francesi di campagna e di città. E l'idea di fondere il girato tradizionale con le riprese operate dal protagonista mediante una fotocamera va non di rado a segno, anche in quanto portatrice di una scanzonata ironia sul cinema impegnato (la pellicola dell'egocentrico e opportunista Willem Dafoe "rovinata" dall'irruzione del filmato amatoriale). Se la cava Emma de Caunes. Chiaro l'omaggio a Jacques Tati, con citazioni di Giorno di festa e Le vacanze di Monsieur Hulot.
Cordiali e avvolgenti le musiche di Howard Goodall.
Film DISCRETO (6) — Bollino VERDE
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