Regia di Neil Burger vedi scheda film
Sarà il fascino ottocentesco, oppure la splendida fotografia o ancora l'intrigo della magia, ma alla fine mi vedo costretto a promuovere questo piccolo film, sebbene imperfetto. Nulla a che vedere con il capolavoro di Christopher Nolan, The Prestige, e qualunque confronto sarebbe pertanto ingiusto, ci mancherebbe. Sono su due piani di genere totalmente diversi, questo intendo dire. Il primo affronta i temi della rivalità e del misticismo, mentre The Illusionist rappresenta un'originale variante delle più tipiche storie d'amore, avvolta negli inganni e negli ostacoli di classe.
La vera bellezza delle opere come questa risiede nella fattura della loro elegante "confezione" e talvolta pure nel cast d'insieme. Visivamente parlando, infatti, si presenta assai bene fin dai titoli di apertura, molto suggestivi, che immergono da subito lo spettatore nel passato, in un contesto preciso. Deliziosa, sempre per restare in tema, è pure la sequenza dei flashback.
Per quanto riguarda gli attori, Edward Norton e Paul Giamatti non hanno bisogno di presentazioni. Stavolta non offrono interpretazioni straordinarie, questo è innegabile, però molto è imputabile ai limiti già insiti nella scrittura dei loro personaggi. Jessica Biel mi è invece parsa sottotono, restituendo solo lo stretto necessario, non al meglio delle sue possibilità. Rufus Sewell, infine, conferma di essere notevolmente sottovalutato, data la sua prova di tutto rispetto.
Ecco, forse nei contenuti è dove il film non soddisfa pienamente. In una narrazione a volte un po' apatica e in un finale non così convincente, che lasciano un amaro senso di vuoto nei riguardi di una pellicola altrimenti tecnicamente bella.
La storia vede al centro un triangolo amoroso, con la magia quale ingrediente speciale, per rinvigorire una formula in caso contrario già abusata all'infinito in tante altre occasioni. La sua lunghezza comunque rimane eccessiva, sfociando in una parte centrale che rischia l'affondo. Il finale può forse essere previsto in anticipo. I personaggi non sono poi così memorabili.
Le musiche di Philip Glass completano il film in maniera efficace, con le giuste atmosfere. Ma non oserei mai scommettere sulla loro autonoma sopravvivenza, se estrapolate dal loro contesto e ascoltate in separata sede.
Servirebbe una maggiore vivacità di fondo, vitalità, per scongiurare qualunque rischio di annoiare e mantenere al contrario viva l'attenzione.
Non sfigura manco nei ruoli minori, perché tale è questo Eisenheim nella sua carriera.
Bravo, un riuscito ispettore Uhl.
Non così incisiva e convinta come avrebbe dovuto essere Sophie.
Efficace principe Leopoldo. Discreto.
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