Regia di Stephen Hopkins vedi scheda film
Il giamaicano Stephen Hopkins esordì con un bel thriller, Giochi pericolosi. Poi fece uno dei migliori capitoli della serie di Nightmare, il quinto; Predator 2, più bello del primo; Cuba Libre - La notte del giudizio, mica male. Se non contiamo il pilot di 24, che è un capitolo a parte, non ne ha più azzeccato uno. I segni del male (in originale The Reaping, la mietitura) rappresenta la deriva sconsolante del genere in forma di blockbuster e dell?immaginario spettatoriale come crogiuolo di segni inquietanti ma paradossalmente tranquillizzanti proprio perché previsti e prevedibili. Non è il solo, e forse non è nemmeno tra i più repellenti, però in questo guazzabuglio para-religioso e vaticanista non c?è una sola idea o immagine (neanche quella del fiume rosso, neanche quella delle cavallette) che non sia già stata ?digerita? e (tra)passata, dai cori ?presagistici? di John Frizzell alla comunità ?satanista?. La Dark Castle di Joel Silver e Robert Zemeckis si conferma fucina d?orrori (con l?unica eccezione di La maschera di cera). Cast di inutili: Stephen Rea ha tre pose, e non deve aver abbandonato la sua stanza d?hotel. Questo è uno dei veri campanelli d?allarme per l?abisso hollywoodiano e imperialista, altro che 300.
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