Regia di Stephen Hopkins vedi scheda film
Stephen Hopkins è in via di miglioramento: non sarà mai un autore, non sarà nemmeno un professionista su cui contare quasi sempre alla Richard Donner, ma da qualche anno in qua sta girando titoli di intrattenimento, imperfetti quanto si vuole ma non disdicevoli e costruiti in modo da non far perdere l'interesse a chi guarda. "I segni del male",che si incanala nella rinnovata moda del thriller-horror a sfondo teologico-religioso poteva essere un ennesimo filmaccio con qualche effetto atto ad impaurire lo spettatore con agguati sonori o visivi, ma è ,ambientato nella Louisiana che da qualche tempo, prima già che arrivasse l'uragano Katrina ad autorizzare i profeti delle sventure a ritenere la zona purtroppo interessante, ispira la vena mistery- orrorifica degli sceneggiatori, un intrattenimento che sviluppa un discreto tasso di tensione. Hilary Swank, che lasciava sospettare la deriva post-Oscar che la colpì dopo "Boys don't cry", se la cava bene alle prese con un dubbio morale di quelli pesanti,e Hopkins ha il buon senso di non dissipare l'ambiguità del film con un finale inquietante molto vecchio stile, che gli fa prendere qualche punto.
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