Regia di Antoine Fuqua vedi scheda film
Swagger, ex tiratore scelto dei marnes, si è ritirato in montagna come lo Schwarzenegger di Commando, ma un vecchio colonnello lo stana e lo convince a tornare in azione per l'ultima volta. Deve aiutare l'Fbi a sventare un attentato al Presidente. L'attentato invece accade sotto i suoi occhi, solo che a morire è un vescovo africano e la polizia cerca di accoppare il nostro eroe come si trattasse del cecchino. Il resto è più o meno risaputo: un fuggitivo iperaddestrato dà filo da torcere ai corpi speciali, lo aiutano solo una donna e un federale che ha fiutato la trappola, mentre presto si scopre che dietro c'è la solita macchinazione gestita dal solito senatore corrotto. Swagger è il protagonista dei romanzi d'azione di Stephen Hunter, critico cinematografico del "Washington Post", che ha definito la propria creatura «un Rambo pensante». Dove si eserciti tale sforzo intellettuale non è dato sapere, almeno guardando il film, ma a prodotti del genere non si chiedono elucubrazioni particolari. Shooter fa il suo sporco mestiere con tranquillizzante prevedibilità, le scene d'azione sono ben orchestrate (bella e fulminea quella con il cane lupo) e Antoine Fuqua, lontano dalla Tavola rotonda di King Arthur, torna a essere il professional che stimiamo dai tempi di Training Day. Wahlberg ha il giusto fisico del ruolo ma ricorda troppo da vicino il Matt Damon di Bourne Identity. Migliore in campo Ned Beatty, il capo dei cattivi, un volto che non può non ricordare il cinema dei tempi migliori.
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