Regia di Karel Reisz vedi scheda film
Karel Reisz, uno dei registi più importanti del free cinema inglese degli anni sessanta (suoi due capisaldi del movimento: "Sabato sera, domenica mattina" del 1960 e "Morgan, matto da legare" del 1966), vede in Isadora Duncan una rivoluzionaria precorritrice dei movimenti che agitarono il mondo e in particolare i giovani alla fine degli anni sessanta e la rende protagonista di questo film vuoto, che non ci fa comprendere quale sia stata l'importanza della danzatrice nel mondo del balletto (i movimenti sul palco della pur brava Redgrave sono francamenti ridicoli) né rende credibili le scelte del personaggio se si esula dai canoni di una poco velata follia. E se il film regge alla bell'e meglio la prima ora, nella seconda parte diventa brutto e noioso fino alla parentesi irritante ambientata in Russia, al patetico ritorno in America accompagnata dal poeta sovietico in preda all'alcol e alla fine assurda a bordo di quella Bugatti che i tarocchi le avevano preannunciato più volte.
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