Regia di Gary Sinise vedi scheda film
Gli irriducibili; mica male come titolo; ma solo quello però. Il film è, invece, qualcosa di…”sbiadito” (come le primissime immagini dei cerchioni di alcune auto di lusso, solo di passaggio). Non coinvolge mai davvero. R.Gere e K.Anderson formano una coppia mal assortita che non funziona né quando dovrebbe esplodere il dramma di due fratelli che hanno perso tutto, né quando il film imbocca la strada del road-movie ruvido e trasgressivo, alla ricerca di un’identità perduta molto tempo prima, a causa di un infarto infame. La love story fra K.Anderson e P.A.Miller non trasmette alcunché e, last but not least, il messaggio di denuncia sociale del film (lo sfruttamento del settore primario da parte di banche e istituzioni simili) difetta di veemente tensione critica. Sembra scritto con l’inchiostro simpatico.
Dispiace dirlo, ma davvero questo film non ha motivo di essere visto. E’, però, apprezzabile che pure G.Sinise se ne sia (evidentemente) accorto, accantonando vanesie ambizioni di regista, per dedicarsi anima e corpo alla recitazione. Non è da tutti riconoscere di aver sbagliato e di dover invertire verso di marcia a metà strada, sì da muoversi nella direzione più confacente alle proprie capacità. Lui ha fatto esattamente questo. Bravo (almeno in questo).
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