Regia di Stefano Calvagna vedi scheda film
Mah. Il lupo è un dichiarato apologo veterofascista che si poggia su slogan e frasi fatte ai livelli intellettuali e (a)morali di classiconi come 'molti nemici molto onore' o 'credere obbedire combattere': la vita del Lupo (Luciano Liboni in realtà, ma per rimanere criptico e generare un'aura di fascino e mistero attorno al suo film, Calvagna non usa mai il vero nome) è un inno al diopatriaefamiglianesimo smarrito del nuovo millennio, un invito a riflettere su un bestione assassino a sangue freddo ritratto come una povera e fragile vittima di un sistema che ha smarrito i sani valori di una volta (quelli di nonno Benito, per parlare la lingua di Calvagna). C'è di che rabbrividire, anche se qualche esagitato che evidentemente prende troppo sul serio i 'film' di Calvagna ha pensato bene di ripagare la propria amarezza gambizzando il regista ad inizio 2009; condannando chiaramente questo gesto assurdo, va pure notato con la dovuta perplessità che Calvagna fa involontariamente di tutto per mettersi contro chiunque: sinistra, destra, arma dei carabinieri, istituzioni, non si salva nessuno in questo Lupo, ma nel successivo L'ultimo ultras il dannoso regista riuscirà a fare perfino di meglio inimicandosi la 'sua' curva della Lazio. In tutto ciò questo film è diretto con la mano sinistra e recitato da uno sciame di dilettanti improbabili; il protagonista Bonetti, non ce ne voglia, al cinema dovrebbe fare soltanto lo spettatore (o la maschera, se proprio vuole un ruolo di maggiore responsabilità). Perfino Montesano, che ha dimostrato in quarant'anni di carriera ciò che sa fare, qui pare un disperato gettato allo sbaraglio davanti alla macchina da presa: incomprensibile quel suo ridacchiare continuo (provocatorio nei confronti del regista e delle scempiaggini che è obbligato a recitare? verrebbe perfino questo dubbio) mentre parla del proprio figlio morto. Un prodotto insulso.
Un ladruncolo ricercato, detto il Lupo, viene fermato da un giovane carabiniere per un normale controllo; nel panico, il malvivente lo fredda. Il padre del ragazzo, carabiniere anche lui, giura vendetta. E la avrà, dopo un'estenuante caccia al 'lupo'.
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