Regia di Paolo Taviani, Vittorio Taviani vedi scheda film
Uno dei genocidi dimenticati o sconosciuti dai più rivive in un dramma dove i fantasmi del passato, della memoria e della coscienza umana sono i veri protagonisti...
Impero Ottomano. Un anziano e ricco armeno, bloccato a letto per precarie condizioni di salute, ha una visione di morte dove secchiate di sangue arrossano le pareti della sua enorme villa. Avvisa il piccolo nipote dell'inquietante presagio e muore davanti a lui... È il 1915, gli echi della guerra sono vicini e tra i popoli dell'Impero non corre buon sangue. La guarnigione turca presente nella zona, portando il dovuto rispetto all'uomo, partecipa al funerale. E così pure i cittadini turchi che hanno sempre convissuto pacificamente con i vicini di casa. Però un nuovo movimento, i Giovani Turchi (simili, ideologicamente, ai Nazisti Tedeschi), progetta di liberararsi degli armeni, soprattutto perché teme un'alleanza tra loro e i russi. In un angolo della magione un suggestivo e tetro dipinto descrive un edificio abbandonato costruito nella roccia della vicina montagna. Si tratta di una Masseria delle Allodole (da poco restaurata da uno dei figli del defunto patriarca appena tornato da Padova) che farà da cornice (ma solo all'inizio) ad una impossibile storia d'amore e all'agghiacciante destino di un popolo...
Partendo dal romanzo di Antonia Arslan, i fratelli Taviani descrivono la fine di un'epoca e un genocidio (il Massacro degli Armeni) per anni tenuto nascosto dalle autorità. Notevole la fotografia (uso del colore che ricorda i quadri di Vermeer), lo sviluppo narrativo, la spettacolarità drammatica degli eventi, le location e l'uso sapiente delle musiche. La bellissima Paz Vega si aggira di notte nel giardino vestita di bianco come se fosse già un fantasma, la tragedia è vicina. Per cercare le location giuste i due registi hanno percorso i Balcani finché non sono stati colpiti dalle rovine di un edificio costruito nella roccia, probabilmente distrutto durante la guerra. Scrutando tra le macerie e camminando tra di esse hanno percepito un senso di tristezza come se i fantasmi delle persone che un tempo l'abitavano volessero far sapere ai visitatori le violenze che hanno subito. Sì, finalmente i Taviani quel giorno trovarono la location giusta dove ricostruire il set giusto della Masseria (mentre le altre location sono edifici già esistenti a Padova e in Bulgaria, info a cura del Dizionario del Turismo Cinematografico). Tra malinconico dolore e viaggi della speranza assistiamo ad una discesa agli inferi dove i due registi toscani non ci risparmiano ogni sorta di orrori: decapitazioni, persone fatte a pezzi, bambini sventrati, evirazioni, stupri, donne bruciate vive, neonati soffocati, doppi giochi, degradazioni morali spinti dalla fame e molto altro. Si tratta senza dubbio del film più agghiacciante diretto dai due fratelli. Il loro SOLDATO BLU all'europea. Ad un passo dal capolavoro!
Recensione scritta da Davide Lingua, Dizionario del Turismo Cinematografico, Verolengo, Wikipedia.
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