Regia di Paolo Taviani, Vittorio Taviani vedi scheda film
L'orrore del primo olocausto, quello armeno del 1915, viene per la prima volta portato sul grande schermo dai fratelli Taviani (Atom Egoyan con "Ararat" raccontava più il pudore da parte armena nell'affrontarlo). Lo fanno con sincerità e passione, hanno quasi l'urgenza impellente di farlo conoscere a chi ancora non sa. Questo spiega il perchè il film sia didascalico, schematico nei personaggi, in alcuni passaggi macchinoso e in sostanza discontinuo. Momenti alti come i primi dieci minuti, i massacri dei turchi, la scena pietosa e strazziante della morte del neonato; si alternano a momenti sottotono come ad esempio le due storie d'amore che sono forzate. Ma difetti a parte "La masseria delle allodole" è comunque un film necessario.
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